I Parroci promotori:
Don Enrico Vago
Di: Giancarlo Pennacchietti
La comunità di Assago è debitrice nei confronti di don Enrico Vago per l’ideazione e la costruzione della nuova prestigiosa Chiesa di Santa Maria e verso don Umberto Caporali per il completamento dell’edificio religioso e la realizzazione del Centro parrocchiale. Cercheremo di individuare quale sia stato il contributo dei due parroci a questa impresa, sottolineando l’ispirazione e le istanze alla base della loro azione.
Don Enrico Vago (1933-1997), parroco di Assago dal 1973 al 1993, vive la sua esperienza pastorale nella fase in cui il paese agricolo alle porte di Milano, si trasforma in centro produttivo artigianale e terziario a Milanofiori e, nello stesso tempo, espandendosi, si assimila all’hinterland milanese, con un aumento notevole della popolazione, passata in pochi anni da 1200 a 7000 abitanti. All’aumento demografico corrisponde una crescita numerica e organizzativa della comunità dei fedeli. Da questa esigenza oggettiva si impone nella mente di don Enrico la spinta a progettare e costruire una nuova Chiesa ad Assago.
Tutti conservano nella memoria l’immagine di don Enrico quale “pastore” buono, capace di intrecciare proficuamente relazioni umane ed ecclesiali, caritatevole e disposto sempre all’ascolto e alla comprensione, umile e riservato, ma aperto al dialogo e fiducioso nel prossimo, con una sua accattivante strategia comunicativa, basata sul sorriso e sul rapporto umano profondo e autentico, capace di slancio e iniziativa; di perseguire obiettivi particolari e concreti con perseveranza e determinazione, abile nel mediare e trovare le soluzioni più adatte ai problemi e alle difficoltà incontrate lungo il cammino. L’azione di don Enrico è positiva e lascia il segno, producendo buoni risultati.
Mentre la comunità parrocchiale negli anni si accresce, quantitativamente e qualitativamente, e viene maturando la sua identità, don Enrico si rende conto ben presto che la vita della comunità, dalle celebrazioni liturgiche, all’oratorio e alla catechesi, dalle opere sociali-assistenziali alle attività culturali e ricreative, sarebbe rimasta pregiudicata nel suo sviluppo soffrendo per la mancanza di spazi, strutture ed attrezzature adatte. Di qui la necessità di un nuovo centro parrocchiale, ampio, bello e moderno, capace di accogliere tutti e di far fronte alle più svariate esigenze, richieste e attività.
Ma l’impresa è veramente ardua, le difficoltà enormi: la scelta progettuale, l’iter burocratico-amministrativo, le risorse finanziarie e l’accesso ai crediti, i rapporti con la Curia, il coinvolgimento dei fedeli. Quali sono stati dunque i fattori che hanno fatto avanzare il progetto verso la sua realizzazione?
1) Innanzitutto, l’incontro con l’architetto Liliana Grassi attenta studiosa della storia dell’architettura religiosa e dell’arte.
2) L’approvazione (1988) da parte della Curia milanese e del Cardinale Martini del “Piano Montini”, un programma di costruzione di 25 nuove Chiese in luoghi in cui, appunto a seguito dei cambiamenti socioeconomici, si definiva questa necessità; quindi vi è l’esplicito sostegno dell’autorità ecclesiastica nel portare avanti il progetto, soprattutto dal punto di vista economico-finanziario.
3) L ‘appoggio fattivo fornito dall’amministrazione comunale di Assago, nella prospettiva che la nuova struttura religiosa fungesse anche da polo sociale-aggregativo educativo e culturale.
4) La capacità di don Enrico di coinvolgere la comunità parrocchiale nell’impresa, mobilitandone risorse umane ed energie, attraverso la creazione del “Comitato per il nuovo centro parrocchiale di Assago”. queste istanze sono raccolte dall’architetto Grippa, dopo la prematura morte dell’arch. Grassi; essa è venuta maturando l’idea della necessità di una rivalutazione e ripresa, nell’architettura religiosa contemporanea, dell’uso della simbologia di cui è ricca la tradizione medioevale e non solo, e sono tradotte in un progetto iniziale, poi più volte modificato per esigenze tecniche ed economiche, di grande fascino e suggestione.
Al momento di chiudere la sua esperienza ad Assago, don Enrico può ben essere soddisfatto: la nuova Chiesa sorge in tutto il suo splendore e nella sua bellezza, anche se non ultimata internamente e senza la parte delle opere parrocchiali; la comunità parrocchiale è solida, ben organizzata e vivace; è grande l’affetto e la stima per la sua opera di parroco ad Assago.