La Santa Maria nei ricordi dei parrocchiani:
20 settembre 1992 inaugurazione della “Santa Maria”
testimonianza di Mercedes Garcia
La processione
La mattina del 20 settembre 1992 eravamo tutti emozionati. La statua restaurata della Madonna attendeva alla soglia del portico. In quel momento alcuni parrocchiani divulgavano volantini per il paese per protestare contro il trasporto della Madonna alla nuova Chiesa, temendo che fosse abbandonata per sempre la chiesa San Desiderio. Tu, emozionato più di tutti, iniziasti:
“Ora facciamo il trasporto della Madonnina nella Sua Casa. Qualcuno magari pensa che questa Madonnina doveva restare qui, a San Desiderio; invece, la Tina l’ha proprio offerta per la Chiesa Nuova! Ecco perché tutta l’idea della costruzione della chiesa nuova è partita con questa Madonnina che ha fatto miracoli. Noi oggi la vediamo pronta ed in Suo Nome facciamo l’inaugurazione “.
Ingresso in Santa Maria
Arrivati alla chiesa nuova, le voci gioiose di un coro formato da adulti e ragazzi accoglieva con giubilo il celebrante Mons. Mezzanotti, il Parroco, le autorità del Comune ed il resto del corteo che, come un fiume, si mescolava alla numerosa assemblea già radunata in chiesa. La Regina d’Assago prendeva possesso della sua nuova Casa.
La gente era contenta, gli sguardi sorridenti, ed il tuo volto, don Enrico, più che mai pallido ed emozionato. Sorridevi a tutti e, tutti eravamo là, come tanti chicchi di grano attaccati ad una grande spiga.
Pensieri
Mentre salivamo le scale, mille pensieri aleggiavano sulle nostre menti : quale era concretamente il progetto di Dio su questa Chiesa edificata in ALTO ? …cosa pensi tu Don Enrico?
“Non è difficile immaginare il progetto di Dio per la comunità d’Assago.
Mons. Mezzanotti commentò bene la seconda lettura, proclamata da Giuseppe Peschini; ci esortava tutti ad essere espressione di quanto umanamente possa valorizzare “il simbolismo della forma architettonica” della magnifica chiesa: la “luce”, per esempio.
La chiesa è luminosa ed accogliente. La luce è vita, cambia durante il giorno, segna il muoversi inarrestabile del tempo, dà forme sempre diverse alle geometrie naturali ed a quelle costruite dall’uomo. Così i cristiani dobbiamo essere “luce” per gli altri nella Chiesa, nella nostra comunità.
Ma la Casa di Dio continuava Monsignore, non è soltanto l’architettura, è la comunità dei credenti. San Paolo oggi ci dice che: il fondamento gettato da Dio sta saldo e porta questo sigillo: “il Signore conosce i suoi”, e ancora: “s’allontani dall’iniquità chiunque invoca il nome del Signore”. In una casa grande non vi sono solo vasi d’oro, ma anche di legno e di coccio; alcuni sono destinati ad usi nobili, altri per usi spregevoli. “Chi si manterrà puro sarà un vaso nobile, santificato, utile al padrone, pronto per ogni opera buona”, per far risplendere la luce della Chiesa di Dio. “Oggi, quindi, siamo non ad un punto d’arrivo ma ad un punto di partenza”.
Don Enrico, la cosa più importante in questa festa?
“Carissimi!… la cosa più importante è quella che soltanto Dio vede:
La Sua immensa gloria, per la quale io, e tutti voi fedeli abbiamo lavorato, pregato, sorriso, sofferto, contribuendo ad innalzare in mezzo a noi la “tenda del Signore”. Tutto ciò che fatte, fatelo a lode e gloria di Dio. E’ ciò che ho tentato di trasmettervi…”
Conclusione :
L’atto di consacrazione della comunità a Maria, Regina d’Assago, guidato dai Sacerdoti a conclusione della liturgia Eucaristica, deve aver rallegrato molto il Cuore della Madre Santissima.
Certamente con i nostri cuori saliva al cielo l’eco delle nostre voci implorando la Sua presenza ora e sempre nella nostra Comunità, nelle nostre famiglie nelle nostre anime: “Vieni o Madre in mezzo a noi… Cammineremo insieme a Te verso l’eternità”.
L’eternità è il punto d’arrivo quindi la Madonnina cammina accanto a ciascuno di voi, tenendovi per mano finche’ sarete tutti, proprio tutti, presenti all’incontro nella casa del Padre. Ringraziamento Tu, Don Enrico, allora ringraziavi tutti e ciascuno di noi in particolare, per la collaborazione; oggi noi ti diciamo ancora: Grazie di tutto il lavoro e la benevolenza che hai mostrato verso di noi. Pensiamo che tu, dalla Casa del Padre, stia seguendo più che mai ogni sviluppo spirituale e materiale della nostra Parrocchia; speso il tuo sguardo si poserà su ogni piccolo e grande dettaglio della nostra splendida Chiesa, sulle bellezze che l’arricchiscono e presenterai al Signore anche i nostri desideri di migliorare sempre di più, come magistralmente ci richiede ogni giorno il nostro Don Umberto Caporali: “ad Maiorem Dei Gloriam”