Le opere scultoree e le vetrate
Di: Sergio Solleoni
La sistemazione attuale della chiesa è il risultato di un percorso progettuale iniziato nell’anno 2000 con la presentazione di una prima proposta riguardante le vetrate, seguita da una più complessa e articolata per l’arredo liturgico, comprendente altare, ambone, fonte battesimale e sede.
Per il ciclo di vetrate sono stati presentati due progetti di cui il secondo ha avuto una approvazione definitiva da parte della commissione d’Arte Sacra della Curia di Milano, mentre per l’arredo liturgico il progetto presentato alla stessa commissione non ha subito sostanziali mutamenti e la realizzazione attuale risponde in gran parte alle indicazioni iniziali.
Il ciclo di n. 37 vetrate, completato nell’estate del 2002, è distribuito lungo le pareti della chiesa e sviluppa una composizione non figurativa caratterizzata cromaticamente da una sfumatura che dai toni chiari iniziali, in corrispondenza dell’ingresso principale della chiesa, si intensifica con accesi azzurri e blu verso l’area della celebrazione eucaristica.
Tutte le vetrate, alte e strette, presentano nella parte inferiore delle linee e delle pezzature vitree con un andamento orizzontale, mentre nella superiore si trasformano in un accentuato movimento ascensionale, richiamando il rapporto fra l’elemento terra ed aria, l’uno evidenziato da vetri a prevalente tonalità calda, l’altro con i colori luminosi ed intensi del cielo.
La predominanza complessiva delle tonalità azzurre in tutto il ciclo di vetrate, un tributo e un riferimento simbolico alla figura di Maria a cui la chiesa è dedicata, è integrata ed arricchita dalla presenza di vetri rossi, che convergono con moto verticale verso gli azzurri e i blu di maggiore intensità. Questo movimento, simbolico richiamo all’atto della preghiera e alla devozione, è posto come sfondo dell’area celebrativa ed è otticamente percepibile ponendosi tra il fonte battesimale e l’altare.
Sul lato opposto invece e in corrispondenza della piccola parete sovrastante l’ingresso principale della chiesa, è situata una vetrata ottagonale dove l’accostamento di vetri rossi e blu si fondono a vortice dando forma a una croce. La vetrata ottagonale, elemento geometrico ricorrente nell’impianto costruttivo della chiesa, è affiancata da due piccole laterali che proseguono cromaticamente la luminosità delle vicine. Tutte le vetrate, composte di vetri soffiati di produzione francese e legate a piombo presentano inserti incollati a resina e sono altresì caratterizzate dall’inserimento di un filo di ferro, che correndo verticalmente in modo irregolare, le rende più leggere, ‘disegnate’ e vibranti.
Il progetto e la realizzazione del ciclo di vetrate ha richiesto circa un anno di lavoro
Un tempo analogo è stato necessario per il completamento dell’intervento scultoreo, iniziato con la realizzazione delle tre sedi, seguito dall’ambone, dalla colonna portante la custodia eucaristica, dal fonte battesimale e infine dall’altare.
Tutte le opere, realizzate in marmo rosa del Portogallo sono in monoblocco e si presentano con un linguaggio espressivo coordinato che si avvale in parte di una simbologia con cenni di elementi figurativi. Oltre all’elemento prettamente scultoreo le opere sono state studiate anche sotto l’aspetto specificatamente volumetrico, e ad esclusione dell’altare, richiesto dalla committenza in forma quadrata, tutte le altre hanno avuto uno sviluppo creativo autonomo.
Il progetto è iniziato con la preparazione di bozzetti grafici dei singoli elementi dell’arredo liturgico, seguiti, dopo l’approvazione della commissione d’Arte Sacra, dalla realizzazione di tutti i modelli in scala 1:1 prima in argilla e poi in gesso. Gli stessi modelli in gesso sono stati successivamente trasportati presso un laboratorio specializzato per la loro perfetta riproduzione in marmo.
La scelta del marmo rosa portoghese è parsa idonea per la particolare tonali
tà calda sia in relazione all’esteso rivestimento ligneo della chiesa, sia e soprattutto per il rapporto cromatico con la pavimentazione.
Su un ripiano con due gradini di accesso e riportante un motivo marmoreo a struttura stellare disegnato dall’architetto Francesco Trisorio, è posizionato l’altare il cui basamento rientrante, determina una leggerezza della struttura che pur severa nell’impatto percettivo lo rende agile e slanciato. Sui quattro lati è sviluppata una composizione a fascia che converge in quello frontale con la rappresentazione della ‘Cena Eucaristica’, realizzata con un rilievo plastico maggiore e più chiaroscurato. Al maggior rilievo del lato rivolto all’assemblea si contrappone quello minore del lato celebrante, dove al centro è collocata una croce dalla quale si genera attraverso linee e forme articolate tutta la composizione. La raffigurazione della ‘Cena Eucaristica’ presenta una sequenza di figure compatte e con un andamento sinuoso attorno all’immagine del Cristo, posizionato frontalmente in atto di accoglienza e su una superficie leggermente concava. L’ insieme compositivo risulta essenziale e alla ricerca di una espressività primaria e la stessa plasticità delle figure si avvale di giochi chiaroscurali elaborati ed intensi, sottolineati anche dalla tonalità variegata con fasce di venature diagonali.
Su tutti i lati dell’altare sono presenti dodici fenditure che richiamano il numero degli apostoli, incise in modo deciso nella parte inferiore vanno a sfumarsi verso l’alto con quattro nel lato frontale, tre nei laterali e due nel lato celebrante.
Le facciate dell’altare all’altezza degli angoli appaiono smussate, mentre nella parte superiore compaiono quattro spigoli vivi a suggerire il senso della copertura.
L’ ambone a tre lati e con una superficie regolare, si presenta direttamente posto, anche qui, su un piano con accesso da due gradini. Sul lato maggiore, quello rivolto all’assemblea, sono rappresentati con un andamento verticale dei rilievi a spessore leggero richiamanti i quattro evangelisti. Il motivo è leggibile mediante l’immagine di un tronco che posizionato nella parte inferiore e inserito in una nicchia, si trasforma con un movimento articolato e ondulatorio in un foglio che richiama simbolicamente il testo dei Vangeli. La compattezza e la severità della forma, lo fa divenire con l’altare un elemento visivo importante, accentuato anche da una venatura marmorea suggestiva, che sembra scaturire per l’intensa tonalità dal colore della pavimentazione
Il fonte battesimale, a struttura ottagonale, raffigura alternati su quattro lati e nella parte inferiore il flusso dell’acqua, definito da rilievi morbidi e sinuosi originati da regolari fenditure verticali provenienti dalla sovrastante vasca.
Sospeso con una rientranza a zoccolino come l’altare e con esso posti lungo una fascia di collegamento, resa da un sapiente e vivace rapporto cromatico di marmi a macchia aperta, il fonte è l’unica opera ad essere direttamente collocata all’altezza della pavimentazione e risulta il primo elemento che si incontra entrando nella chiesa.
La sede maggiore e le due laterali, posti lungo la stessa asse comprendente fonte battesimale e altare, definiscono un rilievo verticale su uno schienale leggermente ricurvo e concluso con una fenditura nel centro. Anche nelle tre sedi come nell’altare sono visibili degli spigoli ad angolo che richiamano il piano della seduta.
La custodia eucaristica, un bronzo di Costantino Buggeri già in dotazione della chiesa, è sorretta da una forma a calice allungato sottolineata da un’incisione a spirale nella parte inferiore.
Un fondale in ferro a griglia e con riquadri in alabastro racchiude il tutto valorizzando il piccolo spazio in un significativo luogo di raccoglimento.
Con lo stesso marmo sono state progettate in linea coordinata a quella delle opere scultoree principali, il porta croce astile, il porta cero pasquale e i porta candele destinate all’altare.
Il completamento dell’intervento scultoreo, avvenuto nella primavera del 2004 con la collocazione di due elementi iconografici distinti come la croce astile e la ‘Via Crucis’, ha dato una fisionomia precisa a tutto il progetto artistico. La croce astile, realizzata in bronzo e alluminio, presenta la figura del Cristo distaccata e protesa in avanti su imo sfondo a forma circolare con dei solchi a movimento rotatorio.
Come nella croce astile la figura del Cristo appare leggibile, la stessa scelta linguistica è stata per la rappresentazione in terracotta della “Via Crucis’.
La sua immagine è presentata sempre frontalmente ed appare l’elemento primario di ogni formella. Il rilievo plastico pur mantenendo una certa uniformità, culmina nelle ultime stazioni con contrasti chiaroscurali molto accentuati, a sottolineare la drammaticità del racconto.
Sia il ciclo di vetrate che le opere scultoree sono stati progettati con un linguaggio espressivo alla ricerca di un rapporto dialettico con la struttura architettonica della chiesa. La compattezza delle sculture marmoree, la loro forma severa ed essenziale è posizionata in uno spazio contrassegnato dalla leggerezza e dal dinamismo verticale delle vetrate, a loro volta in stretto contatto visivo con le stazioni della Via Crucis’. Il colore rosato delle opere scultoree, con le tonalità calde delle formelle in terracotta, della pavimentazione e dei rivestimenti lignei delle cupole, trova pur nel contrasto con la dominante fredda delle vetrate un punto di armonia che rende unitario lo spazio interno della chiesa. Lo stesso linguaggio in equilibrio tra una dimensione figurativa e non, contribuisce a legare i due interventi, sottolineando come la materia viva della scultura, vissuta anche funzionalmente nella sua tridimensionalità, esprime in rapporto alla luce emanata dalle vetrate una dimensione di trascendenza, una percezione viva e un segno deciso della sacralità del luogo
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