La Chiesa “Santa Maria”

Di: Maria Antonietta Crippa e Gabriele Schiatti

Al livello rialzato, cui si accede da scale che si alzano sia dalla strada che dai campi retrostanti, trovano spazio l’aula della chiesa e la piazza sopraelevata.

La rampa principale di tale scala è disposta lungo l’asse principale della chiesa che dall’ingresso giunge fino all’altare. Quest’ampia scalinata centrale poggia su un basamento a forma trapezoidale, raccordato al piano stradale per mezzo di tre corte scale.

La piazza sopraelevata di forma trapezoidale, tranquillo luogo di sosta dei fedeli, è in parte coperta da una pensilina, costituita da una piastra in conglomerato cementizio armato rivestito in legno.

Con la sua forma quadrata, sostenuta da sei pilastri ottagonali due dei quali all’interno della chiesa, essa si pone come elemento architettonico che sottolinea l’asse processionale principale in direzione dell’altare.

Alla chiesa si accede da tre porte, poste in fregio al suo fronte principale; l’ingresso centrale è di notevoli dimensioni per consentire nelle solennità un ampio collegamento dell’aula con la piazza antistante. Altre due porte più piccole, con accesso a bussola, sono disposte lateralmente.

Posizionati su un asse ortogonale a quello principale ora descritto, si aprono altri due ingressi di modeste dimensioni. Essi consentono di accedere all’aula della chiesa dal giardino e dal cortile parrocchiale, mediante due scale ed un ascensore conforme alla normativa vigente per i servizi alle persone portatrici di handicap.

Oltrepassata la soglia dell’aula ecclesiale e superato lo spazio che quasi funge da piccolo nartece, si colgono, insieme, sia l’intero emiciclo dell’aula invaso che accoglie circa 500 persone sedute e che appare come una corona circolare con al centro l’altare che le tre cupole stellate, che diffondono una pacata luminosità, distinte tra loro da un controsoffitto ordito in doghe aperte e posate di costa, in legno lamellare, con funzione, oltre che decorativa e ornamentale, fono-attenuante.

All’ingresso dell’aula, sotto la piastra che forma anche il portico esterno, è collocato il fonte battesimale al di sopra del quale si apre un lucernario quadrato, che ricorda ai fedeli che dal battesimo è iniziato il loro itinerario di fede. La struttura portante principale della chiesa è in conglomerato cementizio armato del tipo puntiforme radiale: è infatti costituita da pilastri poligonali posti lungo il perimetro della chiesa, con asse radiale rispetto ai centri delle tre cupole e con altezza di 11.50 m, corrispondente alla quota d’imposta delle travi di coronamento, circolari all’interno e poligonali all’esterno.

Ad esse tocca il compito di sostegno strutturale delle tre cupole di copertura, che sono state adagiate sopra travi ad anello, aventi un diametro interno di m 14.80 e una sezione minima in corrispondenza agli sbalzi di cm 40 x cm 180 d’altezza. Queste travi risultano appoggiate per due terzi del loro sviluppo ai pilastri poligonali, posti a perimetro dell’edificio, mentre per la restante parte, prospiciente l’intemo dell’aula, esse sono state fatte lavorare completamente a sbalzo.

Gli elementi strutturali sono tra loro collegati, in corrispondenza della parte centrale dell’emiciclo, tramite una soletta armata a piastra, con funzione d’irrigidimento del complessivo sistema statico. Nella faccia interna di ciascuna trave ad anello sono predisposte otto mensole per il sostegno delle corrispondenti travi di tipo metallico a lama, poste nella faccia esterna delle cupole di copertura.

Le pareti perimetrali dell’aula ospitano alte finestre a feritoia in alluminio anodizzato. I serramenti posti in opera sono completamente apribili, in grado d’areare e illuminare abbondantemente l’aula.

Il solaio dell’aula della chiesa è sostenuto centralmente da una doppia fila di pilastri ottagonali disposti lungo assi longitudinali con interasse variabile da 5.70 m a 6.40 m ed altezza di 3.90 m. E’ inoltre stato dimensionato per un sovraccarico di 50 N/mq ed è stato realizzato in conglomerato cementizio armato, gettato opera, a nervature parallele e alleggerito con blocchi di polistirolo. Ha uno spessore di 40 cm e luce massima, in corrispondenza al salone pluriuso, di 10.60 m, con rompitratta intermedio.

La zona adibita a piazza ha invece un solaio di 40 cm di spessore, dimensionato per un carico permanente di 80 N/mq ed accidentale di 50 N/mq; la sua struttura di sostegno è costituita da un muro perimetrale e da due pilastri ottagonali centrali.

Altri quattro pilastri ottagonali sostengono gli sbalzi del piazzale che, a loro volta, formano una pensilina di protezione agli ingressi dei locali sottostanti.

Le due strutture dell’edificio chiesa e del piazzale sono state costruite staticamente indipendenti, con un giunto di dilatazione in corrispondenza della zona d’intersezione tra il piazzale e la chiesa. Un altro giunto di dilatazione è stato realizzato tra la scalinata centrale d’accesso al piazzale ed il piazzale stesso.

Tali giunti hanno lo scopo di contenere eventuali cedimenti differenziali tra le varie strutture aventi volumi e pesi diversi e quindi diversamente interagenti col terreno, benché appartenenti ad un unico corpo edilizio.

All’esterno l’edificio appare come un volume compatto con uno spiccato carattere monumentale, che lo distingue nettamente dagli altri interventi edilizi. Il prospetto esterno è sfaccettato, essendo sviluppo altimetrico dei lati del poligono stellare   policentrico.   Sobrio e lineare, ha le parti alte rastremate a guisa di merlatura.   La parte inferiore, fino all’intradosso   del solaio del piano chiesa, è rivestita in pietra a fasce alternate in ceppo di Poltragno   e in travertino chiaro. I pilastri sono rifiniti superficialmente   in cemento martellinato. La parte superiore del fronte, complanare al rivestimento   in pietra, è intonacata a civile e tinteggiata; strutturalmente è del tipo a cassa vuota, costituita da un tamponamento esterno in blocchi “svizzeri” e da un contro tavolato interno, in mattoni forati, con interposta camera d’aria e coibentazione.

La parete di spiccato del piano terreno è costituita invece, nel suo spessore, da setti in conglomerato cementizio armato e da un controtavolato; tra di essi è interposta una camera d’aria e la coibentazione.

Le pareti rastremate, racchiudono in sommità, come sopra si è detto, una trave perimetrale di coronamento, coibentata ed impermeabilizzata, dalla quale prende forma il canale di gronda e sulla quale appoggia la copertura cupoliforme, rivestita totalmente in rame.

Le pareti del volume antistante la chiesa sono intonacate a civile, alla loro base, come zoccolo e contorno alle porte finestre sono state posate delle lastre di ceppo. La parte coperta a portico è in conglomerato cementizio armato faccia a vista, analogamente dicasi per i parapetti dell’ampio piazzale sovrastante, la cui pavimentazione è in mattoni di cemento autobloccanti, posati su letto di sabbia.

Esternamente alla chiesa si sviluppano, lungo il suo perimetro, i due volumi di scale con i pianerottoli   a sbalzo, indispensabili per il collegamento dell’aula con il piano terreno dell’area parrocchiale e come vie di esodo in caso di necessità. Nel fusto centrale del primo corpo scale, il più basso, è stato ricavato un vano corsa per l’ascensore del quale già si è detto.

Il volume del secondo corpo scale è concluso nella parte alta dalla torre campanaria, al cui interno trovano collocazione, in tre distinte celle, cinque campane con tonalità in FA. La campana maggiore, alla sommità del campanile, ha un diametro di cm 103. Il concerto è del tipo ‘bilanciato alla lombarda’; oltre a richiamarsi alla tradizione delle chiese padane, essa ha il grande vantaggio di trasmettere alla struttura svettante della torre, la cui altezza complessiva compresa la croce di coronamento è di m 37modestissime sollecitazioni orizzontali. L’elemento che più caratterizza la chiesa sono le cupole stellate di grande impatto emotivo. Esse sono composte da quattro tronchi di piramide a base stellare, sovrapposti e ruotati reciprocamente rispetto ad un asse. La rotazione e la progressiva diminuzione del diametro, nei successivi elementi sovrapposti, danno luogo, tra ogni tronco piramide e l’altro, a otto spazi vuoti, coperti da altrettanti abbaini, muniti di serramenti in alluminio e vetro.

Il movimento delle superimi, l’alternanza di vuoti e pieni, il convergere ed il rastremarsi della struttura lignea verso il vertice, generano una molteplice varietà di sfumature di luce indiretta, donando alla struttura un senso di leggerezza, che evoca nell’osservatore effetti emozionali caleidoscopici.

La struttura stellare è realizzata in pannelli di legno lamellare di spessore e dimensione variabili, connessi gli uni agli altri con piastre in acciaio e bulloni. L’assemblaggio dei singoli pezzi e la conformazione di tutta la struttura è avvenuto a piè d’opera. Al termine del completamento delle cupole e dei 72 abbaini si è provveduto   alla collocazione dei manufatti all’interno delle travi circolari per mezzo di una gru avente una portata al centro ralla di 400 t. L’operazione di sollevamento e posa in opera in tempi differenziati, ha comportato una notevole accelerazione nel programma di cantiere, in quanto la realizzazione delle cupole alla base dell’edifìcio ha permesso   nel contempo il completamento   delle strutture in conglomerato cementizio armato. Seppure brevemente, si deve infine ricordare che, nella costruzione della chiesa di Assago, sono largamente utilizzati materiali ormai tradizionali nella costruzione di chiese e di spazi dalle grandi luci: il legno lamellare e il cemento armato.

Seppure brevemente, si deve infine ricordare che, nella costruzione della chiesa di Assago, sono largamente uti lizzati materiali ormai tradizionali nella costruzione di chiese e di spazi dal le grandi luci: il legno lamellare e il cemento armato. Nella realizzazione di queste cupole stellate era indispensabile restare nell’ordine dei costi indicati dalla Curi Arcivescovile e allo stesso tempo ottenere una costruzione durevole, oltre che pratica, per l’utilizzo e la manutenzione.

Desideravamo tuttavia raggiungere anche un altro scopo: avere una chiesa luminosa e accogliente, raccolto, ma non indifferente circostante. uno spazio al luogo. Per queste ragioni abbiamo deciso di realizzare aperture perimetrali murarie strette e lunghe, oltre giochi di luce della copertura cupoliforme. La luce è vita, cambia nel corso del giorno, segna il muoversi inarrestabile del tempo, dà forme sempre diverse alle geometrie naturali e a quelle costruite dall’uomo; nel medioevo la luce era segno della stessa vita divina. Nella chiesa di Assago la luce perimetrale collabora con quella che piove dal l’alto a mantenere una costante chiarità che vorremmo aiutasse a cogliere e a vivere la chiarezza stessa della fede, la sua ragionevole apertura a tutto il reale. Non è da trascurare il fatto che la compattezza volumetrica e la frammentarietà delle superfici perimetrali e di copertura dell’aula della chiesa consentono anche un buon livello acustico.