Lo Scavo Archeologico
Riportiamo quasi integralmente una relazione sugli scavi archeologici, fatta dalla Dott.ssa Anna Ceresa Mori, funzionario della Soprintendenza ai Beni Archeologici della Lombardia.
Lo scavo archeologico effettuato nella navata della chiesa di S. Desiderio, in occasione dei lavori di restauro, ha permesso di indagare una stratigrafia archeologica di eccezionale interesse. La successione delle vicende edilizie mostra infatti che l’area fu occupata continuativamente dall’epoca romana ai giorni nostri, che in epoca romana (I secolo d. C.) ebbe una funzione residenziale, in quella altomedievale assunse carattere funerario, per poi diventare sede dell’edificio di culto. Il più antico edificio documentato sul sito è una villa romana del I secolo d. C., che doveva estendersi al di fuori dei limiti dello scavo, e che è stata in gran parte distrutta per la costruzione della chiesa di San Desiderio. L’unico elemento superstite del complesso residenziale è un muro costruito contro terra, articolato in tre segmenti tra loro perpendicolari, che attraversa in senso nord sud la navata della chiesa attuale. Il muro, lungo circa m. 12, è largo mediamente cm. 55 ed è costituito da filari di ciottoli e frammenti di laterizi alternati a filari di mattoni legati da malta biancastra tenace. Esso presenta verso l’interno rientranze in cui probabilmente dovevano trovarsi blocchi di pietra, forse plinti di un portico a colonne che doveva innalzarsi al di sopra del muro. I materiali recuperati: ceramica comune, un frammento di ceramica sigillata (un tipo di ceramica prodotto ad Arezzo e caratterizzato dalla vernice corallina), ed una fibula in bronzo, permettono di collocare la costruzione dell’edificio nell’ambito del I secolo d. C. Il rinvenimento di frammenti di intonaco dipinto, di un frammento di tubulo, cioè di un mattone forato che veniva usato negli impianti di riscaldamento, e un’ansa di coppa in ceramica invetriata decorata con testa femminile, fanno pensare ad una residenza a carattere signorile. Essa viene poi completamente abbandonata e spogliata dei materiali da costruzione, da riutilizzarsi per nuovi edifici.
Sulla stessa area viene realizzato, probabilmente in epoca tardoromana (sec.III-IV), un nuovo complesso. I muri di questa seconda costruzione sono costituiti da ciottoli e frammenti di laterizi legati da argilla verdastra. La tecnica edilizia è molto accurata, con frammenti di mattoni disposti a spina pesce su una massicciata di ciottoli. Non vi sono elementi utili per determinarne la funzione, per cui si può ipotizzare una destinazione genericamente residenziale e una datazione nel periodo tardoromano. Lo scavo archeologico nell’area del presbiterio della chiesa parrocchiale, da cui provengono due monete tardo romane, ha contribuito a datare con maggiore sicurezza le murature di cui stiamo scrivendo, le quali risultano proseguire in questa zona sviluppando un’ampia abside, visibile solo nella sua metà settentrionale poiché a quella ubicata a Sud si è sovrapposta una struttura tombale Cinquecentesca, realizzata con laterizi di recupero.
Tale edificio absidato oblitera totalmente la fase insediativa precedente e nel periodo edilizio successivo conterrà, come una scatola cinese, una chiesa medievale. In epoca altomedievale si registra un cambiamento radicale nell’utilizzo dell’area, che diviene cimiteriale. Poiché le tombe rinvenute rispettavano le murature dell’edificio tardoromano o le utilizzavano come appoggio o come muri divisori, si può supporre che tale complesso fosse ancora parzialmente conservato, forse allo stato di rovina. Si sono rinvenute sei sepolture, parzialmente distrutte dalle successive attività per la costruzione della chiesa di S. Desiderio.
Solo una di esse conserva il rivestimento in mattoni romani di reimpiego legati da argilla.
La fase successiva (sec.XI-XII) documenta la costruzione della chiesa di S. Desiderio. Di questo più antico edificio, sono conservati la facciata, situata a m. 3,20 più all’interno di quella attuale, il muro perimetrale nord, a circa m. 2,60 più a sud di quello odierno, e visibile fin sotto i gradini del presbiterio, e il perimetrale sud, a cui si è sovrapposto quello della chiesa attuale. I muri presentano fondazioni in ciottoli e materiali provenienti dalla distruzione degli edifici romani, embrici e mattoni, posati disordinatamente e legati da malta sabbiosa grigiastra. Le fondazioni sono larghe talvolta più di un metro; i pochi tratti di alzato conservati presentano in prevalenza mattoni frammentati di riutilizzo disposti obliquamente ed orizzontalmente. Nell’angolo nord ovest è anche conservata parte della fondazione della prima torre campanaria. Si sono rinvenute numerose sepolture di fronte alla facciata all’esterno del lato nord, orientate in senso est-ovest con il cranio ad ovest e le braccia ripiegate. All’interno si è rinvenuta una sepoltura in cassa lignea, realizzata tra il piede del campanile e il muro perimetrale nord. Il fatto che due tratti di pavimento in laterizi posti di piatto, di fronte alla facciata, fossero ad una quota più bassa di circa cm. 15 rispetto al pavimento interno fa pensare che si accedesse alla chiesa mediante un gradino. Una delle tombe esterne più antiche, addossata al muro perimetrale nord, era realizzata con fondo e pareti in laterizi. In una fase più tarda, in concomitanza con la ricostruzione del campanile, sono documentate numerose sepolture all’esterno della chiesa, prevalentemente in cassa lignea; alcune erano deposte in nuda terra.
In
epoca
rinascimentale la chiesa viene completamente ristrutturata, ampliandola verso nord fino a
raggiungere la larghezza attuale. Il piano di calpestio
interno viene
rialzato. Contemporaneamente all’ampliamento verso nord, la navata
viene anche
estesa verso ovest mediante un corpo rettangolare avanzato rispetto
alla
facciata, forse una cappella esterna. Il rilievo planimetrico della
chiesa,
risalente al 1575, rivela che a quest’epoca la navata aveva
raggiunto le
dimensioni attuali. La cappella anteriore alla facciata venne inglobata
prolungando il muro perimetrale nord e costruendo una nuova
facciata che si
addossava al lato ovest della cappella. Il campanile fu
ricostruito
nell’angolo nord ovest e gli altri angoli della chiesa vennero occupati
da
grandi strutture tombali coperte a volta in laterizi, a cui si
accedeva
mediante una botola al centro della volta. Nei
secoli XVII-XVIII, vennero costruite le cappelle laterali. Nello
stesso
periodo vennero realizzate altre imponenti strutture tombali
coperte a volta
come quelle della fase precedente, che da sole occupano circa un
quarto della
superficie della navata. La costruzione di tali tombe ha distrutto gran
parte
del deposito archeologico più antico.